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Don Gianni

In occasione del 20° anniversario dalla scomparsa di don Gianni, domenica 12 luglio alle ore 20.00  a Castiglione, in Valle Anzasca, sarà celebrata una Santa Messa in suo ricordo. La celebrazione verrà officiata da don Andrea Primatesta e don Massimiliano Cristiano.

Il presidente di Alternativa A, Carlo Squizzi, ricorda, nell’articolo che segue, il ruolo fondamentale che don Gianni  ebbe in mezzo a noi.

Don Gianni, vent’anni ed è come ieri

Ho ricordato così don Gianni alla festa di Masera di quest’anno, alla presenza della sua banda di Bognanco: una banda che per lui era un impegno settimanale cui non poteva mancare per la ricchezza degli incontri personali che la vita di un gruppo gli offriva.

Ricordare don Gianni vuol dire ricordare i tempi della sofferenza e del seme che è germinato da quella esperienza. Dal suo allontanamento da Domodossola (prete troppo “non conforme” con la sua esperienza dirompente del “doposcuola” nel quartiere La Motta), con il contestuale confinamento e tentativo di isolamento di don Antonio a Montescheno ( lavoro pastorale “fuori schema”con i gruppi giovanili) è fiorita Alternativa A. Come spesso accade nella vita, momenti di esclusione portano a rinnovamenti impensati (guarda caso i due preti “esclusi” si sono laureati uno in sociologia e uno in psicologia).

In un contesto di forti turbolenze e devianze giovanili prende corpo l’idea “velleitaria” di costituire un’alternativa al disagio, all’emarginazione, all’esclusione, all’abbandono…e nasce una associazione che già nel suo nome sintetizza gli intendimenti. Nessuno era in grado di analizzare la potenzialità di questa scelta, però, con una visione che poi risulterà profetica, tutti erano concordi che bisognasse farla.

Come non ricordare l’esperienza “spartana” iniziale con pochissimi mezzi e strutture di ripiego, ma con una grande attenzione da parte dell’allora azienda sanitaria (a nomina politica) che aveva intuito che quello fosse un settore su cui operare sia nella cura sia nella prevenzione.

La Provvidenza, nei momenti di esclusione, ci ha incoraggiato verso passi impensati, nel continuo rinnovamento volto a fronteggiare il mutare degli eventi e delle situazioni, per saper leggere i “segni dei tempi”. Ed è forse in questo continuo rinnovarsi, nel fecondo incontro con nuove persone e collaborazioni, in questa strana piazza sempre frequentata che è casa don Gianni, che continuano a vivere i nostri tre don, così diversi e così complementari. Il confronto con una realtà mai statica e sempre in divenire ci rende sempre attuale la figura di don Gianni, del suo operare concreto costruito su un intreccio positivo di relazioni e di sostegni esterni di chi non sposa la causa con la donazione totale, ma di chi vuol esserci pur con la sua parte ridotta nel tempo e nell’impegno, come espressione sincera di solidarietà alla causa comune. Don Gianni ci ha insegnato la gratuità del servizio disinteressato che sa valorizzare “forze apparentemente estranee alle attività della associazione”, ma disponibili a dare un contributo. Come non ricordare la decennale esperienza della festa gestita dagli amici di don Gianni…

La vita ci riserva tanti momenti tra loro diversi, che ti estraniano a volte ai valori che pure vivi. Don Gianni ci ha insegnato a valorizzare anche il poco sofferto dono temporale e parziale di sostegno perché è una ricchezza per chi riceve e per chi dona. La vita dell’associazione, con il tourbillon di persone che ha coinvolto, ci insegna anche questo. E non ci deve far dimenticare che non è solo chi vive il presente la forza dell’associazione, ma anche i tanti che sono passati e i tanti che arriveranno per un impegno non duraturo.

lebitte

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